domenica 27 novembre 2011

Eternal Sunshine of the Spotless Mind

“Se mi lasci ti cancello” ovvero: se i traduttori dei titoli non si evolvono, continuerò a perdermi grandi film per colpa della loro incapacità.

 Questo film l'avevo sempre evitato perché, dal titolo, sembrava una commedia senza troppe pretese. Poi, per fortuna, ho letto un sacco di commenti e recensioni positivi e mi sono decisa a guardarlo. E menomale!
In alcuni punti mi ha ricordato “Inception” (lo so, dovrei dire che è “Inception” a ricordare “Eternal Sunshine”, ma io ho visto prima l'altro), anche se al contrario: in uno l'idea andava impiantata, nell'altro tolta.
La memoria e la sua perdita non sono temi propriamente originali: se ne parla sin dalle origini della letteratura (vedi Omero e i fiori di Loto dell'Odissea).
E il film ricalca la visione di Marcel Proust:
“I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta […].”
Salvo suggerire, infine, che alcuni ricordi coinvolgono il cuore, oltre alla mente.
Jim Carrey e Kate Winslet sono superlativi. In particolare Kate che, al pari di compare Leo Di Caprio (notiamo la coincidenza: lui è protagonista di “Inception”!), in questi anni è riuscita a farsi perdonare “Titanic”. Altra cosa che ho apprezzato molto è l'utilizzo particolare della luce. Non il banale bagliore tipico dei ricordi al cinema.
Certo, il film è un po' schizofrenico, nel suo saltare di palo in frasca dalla realtà al ricordo, e da un ricordo all'altro. Ma non si poteva fare meglio di così: un'ottima regia e una bella sceneggiatura.
Nient'altro da aggiungere. Se non: diffidate delle traduzioni!



p.s. per la persona che deciderà se guardare o no questo film in base alla mia recensione: dagli una possibilità, daaaai!

giovedì 24 novembre 2011

24 novembre 1991

Io avevo due anni appena quel giorno. Non ricordo nulla. Eppure è una data che non dimentico. E ogni anno, il 24 novembre passo qualche minuto a ricordare cosa successe. L'importanza di chi, quel giorno, se ne andò per sempre, ma divenne, in certo senso, immortale.
 
Quel giorno, causa polmonite, se ne andò uno dei più grandi cantanti di sempre. E lo so che l'ho già omaggiato quest'anno nel blog, il 5 settembre, ma Farrokh Bulsara, in arte Freddie Mercury, e i Queen hanno segnato la mia vita in modo indelebile. Ne fanno parte, in un certo senso, da sempre. E per sempre. Non sto esagerando!
Intanto, ascoltando i Queen (assieme a David Bowie ed Elton John) sono diventata gay... Oh no, aspettate, qui non siamo in “But I'm a Cheerleader!” (1), vero?
Battute a parte, i Queen mi hanno insegnato molto. E oggi voglio ricordare il “mio” Freddie. Quello che mi ha fatto conoscere delle persone straordinarie, quello che mi ha tenuto compagnia nei momenti più bui, quello che ha esultato con me delle mie vittorie (come quelle di chiunque altro. Suvvia, non ci credo che non avete cantato “We Are The Champions” almeno una volta nella vita!). Quello che ho sempre voluto difendere perché:
«Chi si ammala non è un drogato, un frocio o una puttana, chi si ammala di AIDS è, nella maggior parte dei casi, una persona che sente sulla propria pelle la superficialità e la freddezza di ciò che lo circonda.» [Alberto Delli Ficorelli, Rockstar nr. 138 – Marzo 1992]

P.S. mi scuso se il post è un po' troppo sentimentale e retorico, ma provate voi a scrivere con un pargolo di 6 mesi che vi fa gli occhi dolci affinché lo prendiate in braccio e, una volta che l'avete preso in braccio, continuare a scrivere mentre lui vi strattona il netbook dal cavo d'alimentazione! Uffa!

(1) Una commedia dissacrante sulle persone convinte che gli omosessuali si possano “redimere”. Un film volutamente colmo di luoghi comuni e credenze popolari. Lo stesso titolo rimanda alla difficoltà che si trova nel credere che una lesbica possa essere molto femminile o persino una cheerleader.

domenica 20 novembre 2011

Naomi The Show

Benvenuti nella vita di Naomi. Imbarazzante. Ridicola. Spassosa. E vera.

Naomi The Show è una webseries che ho scoperto quest'estate. Un'esilarante commedia in dieci puntate da meno di due minuti l'una. Di che e di chi parla?

«Immagina di essere una normalissima ragazza, proveniente da un paesino, che vive in una grande città. Peccato che tu sia anche un ottimo magnete per i pazzi. I più strani, sporchi, bizzarri personaggi della città, che non ti... lasceranno... sola.»

È ambientata a Vancouver, Canada. Ma sono esperienze che possono capitare a chiunque, in ogni parte del mondo. Magari non tutte alla stessa persona, ma si sa: c'è chi è sempre più fortunato. Ehm... più o meno.
Motivo di vanto è il titolo onorario di "prima fan italiana" del quale sono stata insignita dalla stessa Naomi, come testimonia questo tweet:
Che c'è da ridere? A qualcuno danno una laurea honoris causa e a qualcuno, questa onorificenza... ben più rara! Invidiosi che non siete altro!
Dimenticavo: potete guardare tutti gli episodi qui o su youtube!

lunedì 14 novembre 2011

Rizzoli & Isles

Stanno tornando: sono attese per il 28 novembre.

Mi chiedete chi? Come chi? Jane Rizzoli e Maura Isles! Le protagoniste del telefilm della TNT (in Italia va in onda su Mya). La coppia non-gay più gay della televisione USA!
Ma andiamo con calma... Dunque, "Rizzoli & Isles" è ambientato a Boston (e questo spiega parzialmente la sigla irlandese), le due protagoniste sono, rispettivamente, detective e medico legale e collaborano - letteralmente - a stretto, molto stretto, contatto per risolvere degli omicidi. Solita roba da poliziesco, direte. Ed è vero!
"Rizzoli & Isles", però, è divertente.
Le protagoniste sono due donne, interpretate da due gnocc... ehm bravissime attrici: Angie Harmon e Sasha Alexander (entrambe già viste in panni polizieschi: la prima nella serie "Laws & Order", l'altra in "NCIS"). E, siccome già alla prima puntata, le due protagoniste hanno dormito nello stesso letto, si è sviluppato attorno al telefilm un interesse particolare da parte del mondo lesbico.

Dorothy Snarker del sito afterellen.com, in ogni settimana di programmazione, offre una lettura completa del sottotesto gay di questo telefilm. Una lettura divertente, più ancora della serie stessa.
Per rendere la visione ancora più divertente (difficile battere Dorothy, comunque), potete organizzarvi per un "Gayzzoli Drinking Game", le cui regole si trovano, in inglese, cercando su google. Il vostro fegato non ne sarà molto contento, ma qualcuno va sacrificato per la causa.
Se, inoltre, volete seguire su twitter i commenti da tutto il mondo, tenete d'occhio i seguenti hashtag: #RandI, #gayzzoli e #rizzles, ma solo se siete amanti degli spoiler!

Un ultimo consiglio prima di lasciarvi gustare questo telefilm: evitate, se potete, di guardarlo in italiano. La voce di Angie Harmon è uno dei perché.


That's all folks!
Buona visione.

mercoledì 9 novembre 2011

C'è chi dice no!

Cari lettori e care lettrici,

ho da fare un annuncio importante:
domenica 6 novembre 2011, poco dopo le 23, mentre guardavo Report su RaiTre, mi sono quasi commossa.
Ci credereste? Davanti al programma di Milena Gabanelli! Davanti a Napoli! Davanti a Raphael Rossi... che frugava in un contenitore per l'umido e commentava la buona composizione dei sacchetti di spazzatura!


Sono abituata a guardare Report e a sentirmi, alternativamente, arrabbiata, delusa, sconsolata, etc... Stavolta, invece, in quei dieci minuti di servizio, ho ricevuto della speranza.
Pensateci: se a Napoli funziona la raccolta differenziata, quale altra città vorrà/potrà dire di non poterla fare?
Chi vuol essere peggio di Napoli? (Con tutto il rispetto per i napoletani!)
E - in uno slancio d'ottimismo che non mi riconosco - non potrebbe essere Napoli una sineddoche metaforica per un'Italia che si ripulisce?

Sono lanciatissima ed esagero. Lo so. Ma quel faccino da eterno ragazzo (e invece è già avviato verso gli -anta! L'avreste detto?) di Raphael Rossi mi ha ispirato tanta fiducia. Nonostante fosse impegnato a rovistare in un bidone della spazzatura.



Guarda la puntata intera di Report sul sito Rai.