mercoledì 24 agosto 2011

L’omosessualità è ingiusta perché crea ingiustizia.

Lavorando part-time in un negozio, ogni giorno sento di tutto e di più. La gente parla di tutto e di più. Entra da noi e, forse, crede di andare dallo psicologo. O in un confessionale.
È gente un po' frustrata, credo, che non ha modo di sfogarsi in famiglia o con i propri amici e allora viene qui, e parlaparlaparla *respiro* parlaparlaparlaparla... D'altronde lo psicologo costa molto di più! Ma avrebbero anche potuto aprire un blog. No?
Comunque, il fatto che parlino non mi disturba più di tanto, è quando parlano di cose di cui non sanno un'emerita cippa che mi fanno girare le palle (che non ho), il che, di questa stagione e con questo caldo, mi fa risparmiare sul ventilatore. Ma, chissà perché, ciò non mi consola. Ahimè.
In questo blog vorrei, uso il condizionale perché io e gli impegni a lungo termine non andiamo tanto d'accordo, fare una raccolta del meglio del peggio di quel che sento in giro. Ad esempio, qualche giorno fa ho sentito un uomo (neanche tanto vecchio, sui 35-40 anni, non di più) che affermava convinto:
"Se fossi gay, mi butterei giù dal balcone!"
Ma i migliori, i *più meglio, sono quelli che nemmeno riescono a pronunciarne la parola (che sia gay, omosessuale, frocio, culattone...). E non dico per difetti di pronuncia, o di perdite di memoria a breve termine.
In questa categoria rientrano quasi tutte le persone con più di 60 anni che conosco (compresi i miei genitori), le quali trovano termini più soft, ad esempio "ragazzo sensibile", oppure ne parlano con pronomi di vario genere "lei/lui", "quelli" etc.
A questo proposito porto un altro esempio di straordinaria cultura e apertura mentale (era giugno, nel periodo dell'Europride di Roma):
"Dove andremo a finire?! Lei va con le donne, lui con gli uomini. E i bambini? Chi li farà? E dopo li vedi in TV, lì, col gai prit..."
Davanti a cotal presentazione di sé stessi, chi ha il coraggio di prendere la parola? Il coraggio di abbassarsi a quel livello? D'altronde, se io l'avessi, il coraggio, nel titolo del blog avrei lasciato "orgoglio". Ma quello che fa male è sapere che quell'uomo di mezz'età non è l'unico a pensarla così; che gran parte della gente che ti circonda la pensa così; che le persone che più dovrebbero volerti bene la pensano così.
Concludo con una citazione da un libro straordinario, quanto crudo: Una strana confessione di H. Barbin.
La società, giudice impetuoso, poteva infamare impunemente quel santo affetto di due esseri leali, protesi insieme sull'orlo di un precipizio segreto [...].

Nota: il titolo del post è una citazione tratta da Ultimo Distretto di Patricia Cornwell