La giovane vita è di una ragazza, appunto, inglese che è venuta in Italia per fare un po' di sano... au pairing. E che è una mia quasi-omonima perché anche lei, quando si presenta, dice: «Sì, come la birra!»
Dettagli anagrafici a parte, io e lei siamo uscite un po' di volte assieme e abbiamo chiacchierato parecchio. E non so come ci siamo arrivate, ma abbiamo parlato anche di omosessualità (cosa ci vuoi fare?).
La Mary Poppins dei poveri è rimasta spiazzata quando le ho detto che quasi ogni settimana, sui quotidiani, si possono leggere notizie di aggressioni a coppie gay o lesbiche - senza contare le aggressioni "solo" verbali.
Lei era convinta che, in Italia, fosse assolutamente normale essere gay perché... gli uomini italiani si vestono spesso in modo molto gaio - a suo dire (con magliettine colorate, pantaloncini attillatissimi...). Mi ha anche risposto: «Ecco perché, quando ho detto alla mamma delle bambine che mio papà ha molti amici gay, mi ha guardata un po'... be', in modo strano!»
Poi ha aggiunto: «In Inghilterra nessuno si arrabbia se gli dici: "I thought you were gay!". Immagino che qui non sia così, allora.» Eh no, decisamente no. Se metti in dubbio la virilità di un uomo italiano, le ho detto, penso che potresti finire male. Molto male.
E ci siamo salutate con lei che mi ringraziava per averle evitato future figure di merda e io che, ironicamente, le dicevo: «Benvenuta in Italia, cara!»