mercoledì 13 giugno 2012

Ma di cosa stiamo parlando?


Qualche tempo fa, su una rivista religiosa di cui non mi va di fare il nome, mi è capitato di leggere una difesa del matrimonio tradizionale, tra uomo e donna. Non mi va nemmeno di analizzare le troppe vaccate scritte, prenderò solo in considerazione una citazione di Lévi-Strauss usata a favore della loro tesi.
Siccome sulla rivista non si sono disturbati a precisare da dove la frase è stata estrapolata (oppure non sanno usare le note a piè di pagina, che ne so), io la prendo per quello che è da sola. Non venite dire a me che una frase fuori dal contesto originario può essere interpretata come si vuole, perché hanno iniziato loro! Tiè.

“Un'unione socialmente approvata tra un uomo e una donna e i loro figli è un fenomeno universale presente in ogni e qualunque tipo di società.”
Non mi dilungherò molto, metto in evidenza soltanto due punti:
  1. “unione socialmente approvata” non è sinonimo di “matrimonio religioso”. Al giorno d'oggi, ad esempio, sono socialmente approvati anche i matrimoni civili e, pensate un po', anche le convivenze. 
  2. “universale” non è sinonimo di “unico”. Quindi, pur prendendo nota del fatto che quello è un modello costante, ciò non esclude che altri fenomeni siano possibili. Ad esempio, in alcune società, è approvata anche la poligamia.